Il teatro di Akrai ne rimane, certamente, il più rilevante reperto monumentale. I suoi resti furono scoperti da Gabriele Iudica, durante la campagna di scavi del 1824.
Il teatro presenta, nel suo insieme, alcune peculiarità che ne fanno una sorta di eccezione nel panorama dei teatri antichi.
Costruito negli anni della monarchia di Gerone II (metà del II secolo a.C.) assieme all’attiguo Bouleuterion, non fu realizzato, come di norma, scavando i fianchi di una collina, ma costruito in un pendio naturale su un letto di pietrame a secco su cui poggiavano i blocchi delle gradinate
La cavea (Koilon) è composta da nove cunei, di diverse dimensioni, separati da otto scalette. Lo Iudica ricostruì dodici fila di sedili. Nei cunei laterali, lo sviluppo dei gradini era limitato dai rispettivi muri di sostegno.
Dal settimo cuneo parte una galleria che conduce al bouleuterion (luogo di riunione della boulè, il senato cittadino).
Anche lo spazio dell’orchestra segna un’importante eccezione nei confronti della normale struttura del teatro antico.
L’orchestra era il luogo dove, durante le rappresentazioni danzava il coro. Questo spazio è sempre di forma circolare, mentre ad Akrai, è semi- circolare.
Altra, conseguente, anomalia riguarda la scena che è molto più avanzata dell’usuale.
Le evidenti particolarità del teatro d’Akrai (ridotte dimensioni del teatro, gradinata asimmetrica, compressione della scena) posso trovare un’ipotesi di spiegazione nella considerazione che la realizzazione del teatro sarebbe avvenuta in una zona già intensamente urbanizzata, fra l’altro in uno spazio complessivamente ristretto.
L’area disponibile avrebbe quindi suggerito una serie di soluzione che, seppure facendo eccezione alla generale sintassi compositiva dei teatri, ne permise la realizzazione utilizzando solo una piccola area.
Il teatro, che in epoca romana fu ampiamente rimaneggiato, conobbe la decadenza generale della città ed, in periodo bizantino, sull’area di parte della scena, fu realizzato un mulino.
Elio Tocco