Dopo l’eclisse della Sicilia normanna e i torbidi che ne seguirono, la Sicilia fu dominata da Federico II.
Nel quadro della generale opera di incastellamento della Sicilia, supporto indispensabile alla stabilizzazione politica di Federico, a Siracusa (1232-1239 ca.), venne realizzato lo splendido castello Maniace, costruito sulla zona di estrema propensione verso il mare dell’isola e concludendola da quel lato con la classica compostezza della sua mole squadrata.
Sempre in periodo federiciano venne costruito, sul lato di sinistra della cattedrale (nel sito dove verrà realizzato il palazzo arcivescovile che ne ingloba qualche struttura), un palazzo, di cui avanzano alcuni ambienti coperti dalle caratteristiche volte costolonate, ricorrenti in tutte le costruzioni del periodo.
Urbanisticamente il secolo XIII interessò Ortigia non solo per la splendida inserzione del castello Maniace che vi giocava un importante ruolo prima della sua obliterazione urbanistica (dovuta alla frapposizione di una ingombrante e orrida caserma nella spianata del castello che oggi conclude da quel lato Ortigia in sostituzione dell’architettura federiciana), ma anche per la costruzione, nel vivo della sua urbanistica, del palazzo Bellomo, a due passi dalla paleocristiana chiesa di S. Martino
Di altri edifici non si ha notizia, ma è pur certo che il periodo federiciano avesse lasciato altre realizzazioni. Purtroppo l’assenza di ogni sistematico lavoro di restauro, sondaggio, disegno, rilievo del tessuto edilizio di Ortigia rende nulla ogni altra osservazione anche se siamo certi che, in ogni modo occultati, possano esistere altri brani di architettura duecentesca.
Elio Tocco